Il gioco è un “fenomeno reale”: esiste ed “abita” con noi. Ormai, tutti i cittadini -anche i perbenisti- devono rendersi conto che il gioco c’è, esiste ed è pure molto diffuso. Se ne dovranno fare una ragione i “benpensanti” che nel nostro Bel Paese rappresentano la parte conservatrice ed anche quella parte che rappresenta i cittadini più liberali e progressisti. Certamente, un argomento “idoneo” ad alimentare ulteriormente il distacco tra le due “fazioni” è quello del gioco pubblico: veramente se ne dovranno tutti fare una ragione in quanto ora, con l’approvazione della Delega Fiscale, l’argomento “prenderà fuoco” e verrà sviscerato in ogni sua sfaccettatura, ma quello che più si spera è che vi sarà una “svolta” nel percorso del gioco pubblico che dovrebbe “mettere d’accordo” entrambi i fronti. Il gioco pubblico e la sua offerta esistono in contrapposizione a ciò che esisteva tempi addietro: il gioco illegale e, quindi, con questa presa di coscienza diventa del tutto superfluo, inutile ed un tantino anche demagogico, chiedere la scomparsa del gioco lecito nel momento in cui è arrivato a fare “quasi parte integrante” della vita -e sopratutto del tempo libero- di tantissimi individui.
Non “disperdere” le forze nel “combattimento” contro il gioco, ma riorganizzarlo. Invece di lottare strenuamente su come togliere il gioco lecito, bisognerebbe intervenire per renderlo più sostenibile, accettato e protetto oltre che studiare a livello nazionale interventi sociali e medici a tutela delle parti più soggette ad essere coinvolte nei disagi del gioco patologico. Questo, è un argomento tra i più importanti che toccano il tema del gioco e che dovrebbe essere sviluppato negli interessi di tutti: prima di tutto dei cittadini, ovviamente, poi degli operatori che non vogliono certamente essere additati come “la causa di tutti i mali” e degli investitori che vorrebbero “chiarezza” per poter di nuovo investire in questo magnifico e redditizio settore.